Moscato bianco
Questo vitigno, originario della Grecia, risulta essere coltivato su tutto il territorio italiano e nel bacino del Mediterraneo. Il nome Moscato sembra gli sia stato attribuito per la sua spiccata aromaticità, riconducibile al profumo di muschio. Notizie storiche circa la coltivazione di questa varietà ci portano ai tempi dei greci che la chiamavano Anathelicon moschaton e dei romani che la conoscevano come Uva Apiana.
Grappolo:
Tendenzialmente grande, dalla forma cilindrico-piramidale, alato (un'ala), da compatto a leggermente spargolo.
Acino:
medio, sferico, buccia sottile e poco pruinosa di colore giallo verdastro. Gli acini maggiormente esposti assumono con l'avanzare della maturazione una colorazione dorata.
Peso medio grappolo:
dai 150 ai 250 gr.
Epoche Fenologiche:
Germogliamento: precoce
Fioritura: medio
Invaiatura: medio
Maturazione: edio-precoce (II epoca)
Giudizio:
Produzione buona e costante, predilige terreni non eccessivamente argillosi e umidi, clima asciutto e ventilato. Sensibile alla peronospora, all'escariosi ed al mal dell'esca. Molto sensibile all'oidio, alla botrite (in autunni umidi) e marciume acido. Questa varietà può essere definita molto "plastica" in quanto si possono ottenere vini molto diversi tra loro in funzione della modalità di vinificazione (vini tranquillo o spumanti) e dell'epoca di raccolta. La sua coltivazione é comunque finalizzata nelle regioni settentrionali d'Italia alla produzione di vini dolci e intensamente aromatici frizzanti o spumanti, mentre nelle regioni meridionali si producono vini liquorosi. Qualunque sia la tecnica di vinificazione, i vini ottenuti esprimono sempre il carattere aromatico inconfondibile.
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